Victorian Vigilante Vol.1 Blog Tour - Quinta Tappa

Scritto da AmanteDiLibri - 02 agosto

Buongiorno lettori!
E benvenuti alla quinta tappa di questo blog tour dedicato al primo volume di Victorian Vigilante di Federica Soprani e Vittoria Corella!
Al contrario degli appuntamenti precedenti l'intervista di oggi sarà ospitata da me, che intervisterò Federica, e dal blog I miei sogni tra le pagine, che vi riporterà le risposte di Vittoria!


Siete pronti a scoprire qualche retroscena di questa nuova serie?
La parola a Federica!

Com'è nata l'idea per questa nuova storia? C'è stato un particolare di una foto/film/libro/ecc che ha messo in moto la vostra fantasia? O era una storia tenuta dal sacchetto?
Forse non tutti sanno che Vittoria e io abbiamo iniziato a scrivere insieme in un Gioco di Narrazione da noi stesse creato e dal quale è scaturito tutto il nostro mondo vittoriano o quasi. Molti personaggi di Victorian Solstice vengono da lì, primo fra tutti Jericho. Lo stesso vale per Spettro di Nebbia e il Dottor Morse. Un giorno ci venne voglia di creare un supereroe vittoriano e Vittoria, da sempre devota alla causa dei Villain, decise di affiancargli un super-cattivo. In origine il Dottor Morse era un personaggio piuttosto buffo, i suoi post faceva ridere ed erano momento di leggerezza nel marasma di disgrazie che quotidianamente riversavamo sui nostri personaggi. Ma, come si sa, con noi finisce tutto in 'tragggeddia', e così anche il povero Morse è diventato un cattivo 'vero'. E che cattivo!!

Come avviene la divisione dei compiti? Avete una preferenza di "scene" che amate scrivere o vi alternate?
In teoria ciascuna crea e gestisce i propri personaggi. Si definisce insieme la trama, si parla a lungo per sviluppare le idee, si prendono appunti (Vittoria ha la memoria a breve termine di un pesce rosso. Spesso dimentica anche ciò che ha scritto). In realtà ormai siamo talmente rodate bene insieme che ognuna si appropria dei personaggi dell'altra e se li spupazza, ottenendo di solito risultati ugualmente pregevoli. Senza contare i momenti in cui i personaggi prendono il controllo e fanno completamente di testa loro... Se poi vogliamo parlare di scene, Vittoria ama particolarmente quelle molto violente e splatter, oltre alle scene di sesso rigorosamente a tre ;)

Ergomeccatronica e Meccagenetronica, quali sono le loro principali differenze e quali sono le "regole" su cui vi siete fondate per crearle?
Ergomeccatronica . Meccagenetronica. Ricordo la fatica di trovare i nomi per queste due discipline e scuole di pensiero. Perché uno dei nostri problemi è che pretendiamo di dare un fondo di veridicità e coerenza a tutto quello che scriviamo. Quindi non ci saremmo MAI accontentate di creare due scienze con nomi a caso e tanti saluti. Eh no! L'Ergomeccatronica ha un approccio più umano e 'naturale' al progresso. Andando avanti nel romanzo scoprirete che dietro l'armatura dello Spettro, in particolare, c'è uno studio biologico molto accurato e 'realistico'. Comunque, essa mira a migliorare le condizioni di vita degli uomini e la loro efficienza con l'aiuto di esoscheletri e arti meccanici installati in modo non invasivo.
Tutt'altra storia per i Senza-Dio. La Meccagenetronica prevede che il corpo e in ampia misura anche la mente umana siano stravolti nella loro stessa essenza. Gli innesti sono invasivi, pienamente integrati con la carne di chi li porta, connessi al sistema nervoso. In alcuni casi, come per Vassilissa, essi 'crescono' con i portatori, come parassiti, in una simbiosi sempre più spaventosa. La Meccagenetronica è geniale e terribile e prevede che chi la pratica, non meno di chi la subisce, sia pronto a giocarsi l'anima.

Mi affascina particolarmente il personaggio del Sergente Murphy, un Senza-Dio tra i ranghi di un Impero che ha messo al bando quella tecnologia. Scopriremo qualcosa di più su come è stato possibile?
Bello e dannato, il nostro Sergente. A Vittoria vengono bene certi personaggi che, immancabilmente, piacciono alle donne... Scoprirete molte cose su di lui. Personalmente credo che sia uno dei personaggi che subisce l'evoluzione più sorprendente nel corso del romanzo.

Mordecai Gerolamus è un'altro personaggio decisamente intrigante grazie ai suoi tre demoni. Nei prossimi capitoli entreremo in merito alla loro apparizione? E soprattutto cosa vi ha spinto a tratteggiarli con quei nomi, colori e poteri?
I Demoni di Mordecai sono strettamente connessi alla storia, quindi non è possibile parlarne senza rischiare di fare anticipazioni troppo plateali. Anch'io trovo geniale il modo in cui Vittoria ha tratteggiato questo personaggio e come è riuscita a unire suggestioni oniriche e oserei dire psicologiche, con elementi legati all'ambientazione. Man mano che si andava avanti e scoprivamo a nostra volta certi dettagli, mi veniva la pelle d'oca, giuro!

Hope's End - La fine di ogni Speranza e la Fine del Mondo, altro luogo-simbolo della vostra serie precedente: è un omaggio? Una sorta di parallelismo? Un vostro incubo personale che ritorna?
Ci piace creare luoghi che abbiano nomi significativi, e anche un'identità, un'anima. Hope's end è un omaggio a Susanna Clarke, sicuramente, e al suo Senzasperanza, castello nei regni fatati di cui è signore il Gentiluomo dai Capelli lanuginosi nel romanzo Johnathan Strange e Mr. Norrel. Fine-del-mondo esiste davvero, anche se col tempo si è ammantata di valenze via via più intense ed evocative. Nel romanzo c'è anche Badhouse, la Malacasa, una mia indiretta citazione della Malmaison, il castello che Napoleone Bnnaparte donò a Giuseppina in occasione le nozze.

Una storia apparentemente popolata da personaggi maschili, eppure per ora due donne tengono la scena, entrambe temerarie e capaci di affrontare i maschi, Orlando la buona e Baba Yaga, la cattiva. C'è una volontà specifica dietro a questo? Sono le vostre due anime (*risata malvagia*) che si fanno sentire?
Parlare di 'anime' tirando in mezzo Vittoria Corella è quanto meno ardito... La vita per le donne nell'antichità è stata di rado facile. Inutile raccontarsi storie. Riuscire a creare delle eroine letterarie credibili e immergerle in un'ambientazione realistica necessita di una vena masochista, perché prevede inevitabilmente il sacrificio di aneliti e aspirazioni troppo moderne. Forse per questo non mi spiace creare personaggi femminili, ho un motivo in più per renderli tormentati! Ma dal momento che la letteratura deve essere anche evasione, qualche licenza ce la si può concedere ;) Inoltre tanto Orlando quanto Vassilissa riveleranno, andando avanti aspetti squisitamente femminili, e una natura che è frutto inevitabile della storia che hanno vissuto, delle influenze che le hanno accompagnate fin dall'infanzia. Orlando in particolare mi accompagna da anni, prima come personaggio del Gioco di narrazione, poi in Victorian Solstice. È il genere di eroina nella quale ho amato riconoscermi fin da piccolissima, coraggiosa, eccentrica, un po' buffa e tanto, tanto appassionata in tutto quello che fa.

Quale è stata la sfida più impegnativa: immedesimarsi in un ambiente vittoriano (mi riferisco sempre a VS), con l'attenzione per il dettaglio e la coerenza storica, oppure creare questo mondo distopico e immaginifico dal nulla?
La coerenza storica per noi è sempre importante, come lo è quella scientifica. Quando scrivi di un'ambientazione che corre parallela alla realtà, devi, a mio avviso, mantenere comunque una coerenza interna, che troppo spesso manca alla letteratura fantasy o di fantascienza (o degli infiniti rigagnoli e sottogeneri scaturiti negli ultimi anni). Puoi raccontarmi tutto, insomma, ma fammi vedere che è possibile perché dietro c'è qualcosa che lo giustifica!
Per noi passare dal realismo storico di VS all'irrealismo storico di VV è stato un passaggio naturale e non troppo doloroso. Si è trattato di aggiungere elementi e possibilità, senza rinnegare nulla di ciò che abbiamo studiato e continuiamo a studiare da anni.

Se volete conoscere anche le risposte di Vittoria, non dovete far altro che cliccare su http://www.sognipensieriparole.com/

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